La forza dei fatti e la debolezza della volontà
Dunque l’Italia si avvia in ordine sparso alla riapertura di quasi tutte le attività. Vale la pena ragionare con fredda lucidità su quanto finora accaduto che fa da sfondo a quanto potrà accadere nell’immediato e prossimo futuro. Insisto molto sulla fredda lucidità, perché c’è un eccessivo vociare un po’ da tutte le parti che non favorisce la comprensione dei problemi che sono seri e gravi.
Come sempre cerchiamo di partire dai fatti e il relazionarsi ad essi da parte di personaggi che rappresentano in vario modo le differenti realtà della società, fra cui la Chiesa Cattolica che riveste tuttora – anche se sempre meno – un ruolo di primo piano nelle relazioni con il cosiddetto mondo civile, ovvero quello della produzione, dell’economia, della cultura e dello Stato. Un potere terreno, inutile ribadirlo, enorme, con centinaia di milioni di aderenti a vari livelli, un vero e proprio popolo mondiale del quale bisogna tenere conto. Un popolo che di fronte a quanto sta accadendo, a proposito del Covid-19, è certamente impaurito nella sua stragrande maggioranza, mentre nelle alte sfere del mondo ecclesiastico c’è seria preoccupazione almeno quanta quella di banchieri, capitani di industrie e quanti ad essi collegati.
Su La Stampa di Torino