LA CRISI DI UNA TEORIA RIVOLUZIONARIA

Marx e Engels avevano assegnato alla classe operaia lo storico compito di rovesciare il sistema capitalistico e porre le basi per la nascita del comunismo, ma basta osservare il comportamento che essa ha avuto dalla rivoluzione francese del 1789 alle guerre napoleoniche, nella prima e seconda guerra mondiale del secolo scorso, nella disgregazione dell’Urss e di tutti i paesi dell’Est europeo, nella frantumazione della Jugoslavia, nell’aggressione all’Iraq nel 1991, alla Libia, alla Siria  e via dicendo per capire come le strategie per arrivare al comunismo vadano riviste.

Il destino della classe operaia si conferma

sempre più come quello di una classe complementare che condivide le sorti dell’accumulazione del proprio paese, della propria grande o piccola nazione, quando non della propria piccola etnia. Stiamo forse denigrando una classe che non fa altro che rimanere e sopravvivere in questo modo di produzione? No, stiamo semplicemente cercando di capire e spiegare ciò che è avvenuto ed anche quello di non ripetere gli errori del passato senza trascurare il ruolo dello Stato che non è l’espressione del rapporto dell’uomo con il resto della natura, ma rappresenta il rapporto sociale tra gli uomini; più precisamente di alcuni uomini sugli altri, contro la natura di cui pensa di non appartenere.

Michele Castaldo continua il lavoro iniziato con Marx e il torto delle cose, ci ricorda che bisogna comprendere, e distinguere, quella che è “la forza della ragione” dalla “ragione della forza”, non smette di sottolineare l’impersonalità delle classi, anche quando si sentono protagoniste dei destini della storia e ci invita a porre attenzione sul modo di produzione capitalista, o meglio sul moto-modo, perche è da li che bisogna partire, abbandonando quindi la posizione di lustrascarpe dell’attuale modo di produzione destinato all’implosione.

 

Quarta di copertina

Da Marx a Marx
Da Marx a Marx

Autore Michele Castaldo

MODO DI PRODUZIONE E LIBERO ARBITRIO

Marx e il Torto delle Cose

LA CRISI DI UNA TEORIA RIVOLUZIONARIA

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